giovedì, aprile 17, 2008

Berlusconi, Bossi e Baudelaire.

Berlusconi ha vinto le elezioni. Bossi l'ha aiutato.
Berlusconi rappresenta l'immaginario, Bossi l'archetipo di chi immagina.
Sono un uomo di una finta sinistra, anzi sono un uomo convinto che la sinistra sia un po' come il cristianesimo: uno specchio per le allodole. Cristo, o Gesù, non sono mai esistiti, la sinistra, o la coscienza di sinistra non possono esistere. L'uguaglianza non è dell'uomo, perché l'uomo è fondamentalmente un animale e della peggior specie: l'uomo pensa e pensa soprattutto a come fottere l'altro, il suo simile, l'altro uomo.
Non è una cosa deprecabile. E' un istinto naturale, ovvio, e molto puro. Probabilmente divino. L'uomo, nella sua spregiudicatezza, è l'unico elemento che ha il divino in sé. Dio è l'uomo, e l'uomo non è buono. La bontà è antisociale, conservatrice, antistorica, antisociale e vergognosa. Vergognosa perché inutile. Anche il più buono dei buoni nel suo animo vorrebbe essere considerato da Dio il migliore, l'eletto. Quindi differente dagli altri, quindi il più importante: e allora, pensandoci bene, anche quel buon Dio non è meritocratico? Il figlio di Dio non è in sostanza l'essenza stessa della meritocrazia? Nella meritocrazia giustamente non c'è uguaglianza. Ma perché l'uguaglianza è impossibile. Non siamo tutti uguali. Non siamo tutti alti. Non siamo tutti belli. Non siamo figli dello stesso Dio, perché non siamo figli dello stesso uomo. Saremmo tutti uguali, altrimenti. C'è qualcuno che crede fermamente che tutti gli uomini siano uguali? C'è qualcuno che condividerebbe la fortuna personale con il prossimo? Non è più facile che si condivida nella sfortuna? Nel bisogno?
Il comunismo è solo una condivisione necessaria per unire persone che hanno necessità di qualcosa: cibo, case o quant'altro. Benessere. Prospettive. Gli uomini si uniscono solo quando la forza individuale non basta a contrastare o a risolvere un bisogno individuale. Nel momento in cui lo sforzo collettivo raggiunge ciò che può essere condivisibile (nient'altro che un bisogno individuale), l'individuo torna ad essere "ego".

Ora torniamo alle elezioni. A quello che è accaduto. A quello che è naturale accadesse.
Berlusconi ha riconcepito l'immaginario, anzi l'ha reso fruibile gratuitamente creando i tre canali televisivi. La televisione è l'immaginario preconfezionato per chi non può avere (per chi è stanco) immaginazione. Si parla di tette culi etc. ma non si comprende che i canali mediaset. la rai subito addietro, hanno reso visibile e raggiungibile in terra quello che migliaia di lavoratori (pensiamo ai muratori bergamaschi che si sfiancano quotidianamente e a tutti quelli che lavorano duro, veramente duro) considerano uno "stacco" alla vita quotidiana e dura. Berlusconi e le sue tivù hanno calmato e plasmato (ma non è la parola giusta: hanno "compreso") e rallegrato le serate di chi lavora veramente. Chi fatica.
Hans Magnus Enzensberger diceva che uno dei motivi principali della forte emigrazione dai paesi dell'est verso l'Italia o l'Europa centrale, sono dovuti al fatto che molti vedevano i programmi televisivi con la parabola. Vivevano nelle baracche ma avevano la parabola: e guardando i palinsesti immaginavano che in Italia si vivesse meglio. Che in tv si regalassero i soldi. Che per tutti fosse possibile, magiare bene, scopare bene, vivere meglio.
Quindi la TV ha creato un nuovo immaginario: ha creato un paradiso possibile e per dirla alla Baudelaire, la TV ha creato un paradiso artificiale, ma non irraggiungibile: basta accendere la tv per farne parte. Meglio senz'altro del paradiso inutile creato da Dio e dal suo Cristo che è accessibile solo dopo la morte. Meglio senz'altro dell'illusione comunista, post-comunista, democratica creata dai pensatori eccellenti del xix e xx secolo. Che oltretutto si è inventata un mondo nuovo, materialista, pragmatico, egualitario senza tenere in considerazione che l'uomo è soprattutto fatto di sogni: e i sogni sono individuali.

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